Ho navigato nella vastità degli oceani seguendo rotte sconosciute.
Ho sofferto la fame, la sete, il sonno, la solitudine.
Ho imparato a interpretare gli eventi atmosferici.
Ho imbrigliato i venti, cavalcato le onde, rincorso le nuvole.
Ho imparato a usare la pioggia e il sole.
Ho tessuto vele, ho impalmato corde.
Ho piegato l’acciaio e trasformato il legno.
Ho separato il sale dall’acqua, la pelle dai muscoli, la carne dalle ossa.
Ho ucciso.
Ho visto gli iceberg, le balene, le orche, gli albatros…
Ho sempre evitato la terraferma e i suoi infidi scogli:
trappole che imprigionano e rendono schiavi.
Ho sempre guardato a prua, là, verso l’orizzonte.
La mia pelle è cotta di sole e di sale. I miei occhi arsi dal mare,
i miei piedi deformi; sempre in cerca di equilibrio.
Le mie mani piagate da mille ferite.
Adesso le mie membra sono stanche…
Ecco! Un’isola.