Lo sai come si fa a esorcizzare le paure? Nemmeno io lo so, che di paure ne ho avute tante, e non credere che adesso non ne abbia. A volte tutto sembra così aleatorio, così incerto, che par d’esser sempre vissuto in questo modo: in questo limbo che m’avvolge cullandomi dolcemente col suono della tua voce. Ti spio da lontano, cercando di carpire i tuoi respiri, di rubarti qualche sguardo distratto, mentre le tue mani dipingono sogni nell’aria, e i tuoi piedi accarezzano il suolo intimidito dai tuoi passi. Sei avvolta nei tuoi pensieri; ammantata da flussi mentali invalicabili. A volte dai l’impressione di cercare la luce dove c’è il buio e non ti accorgi che sei tu la luce; innaffi terreno sterile trascurando i germogli che crescono dentro di te. Ti graffi la mente con vane illusioni, senza anestetizzare le tue paure; e dai l’impressione che di paure non ne hai. Non è così: respingi la mano, ma ti aggrappi allo sguardo. Celi le tue paure dietro mura di sicurezze, circondate da fossati di disinvoltura. Senza accorgerti che le mura sono trasparenti e i fossati piccole depressioni nel terreno.
Vorrei tanto toccarti, per essere certo che esisti veramente. Ma so che un giorno volerai via, e non voglio che tu voli via.
Per il momento lascio i miei pensieri al sole, sperando che mi si asciughino le lacrime.