Il navigatore saggio non pensa mai di essere arrivato.
Il navigatore…
Il navigatore saggio non pensa mai di essere arrivato.
Sono resistente all’acqua fino alla gola
Il navigatore saggio non pensa mai di essere arrivato.
Navigare è un buon placebo.
Per mare non ci sono autogrill.
Le mie parole cosparse di sale.
I miei occhi bruciati dal sole.
Intorno al mio relitto vola una sula.
Al centro dell’oceano sono solo.
Ricordi controversi della Sila.
Serate a giocare a carte nella sala.
Forse era meglio navigare lungo il Sele.
Se esistono gli universi paralleli con dei Me diversi. Quanti danni sto facendo in ognuno di essi?
Calano le notti umide.
Spruzzi di plancton lucente.
Qualche stella brilla più delle altre.
Giove rincorre Venere che si nasconde sotto l’orizzonte.
Intanto i giorni scivolano sull’Atlantico.
Quotidiani che si susseguono.
Settimanali che si accavallano.
Mensili che si moltiplicano.
Annuari che passano.
Cose viste e riviste.
Anno nuovo, nuovo vento.
Monte Olimpo, un grosso brufolo svuotato.
Dietro, altri mondi brillano.
Phobos corre veloce. Demios – più lontana – affanna.
Presto si schianteranno al suolo… non tanto presto però.
Ossido di ferro ai miei piedi, e il silenzio che li accompagna.
Nelle tasche asteroidi Troiani.
Vento lungo le valli e intorno a me.
Croste di basalto spolverate di silicio.
Canali antichi e per niente artificiali.
La valle Marineris…
desolazione.
Sei rossa come il fuoco, sei guerriera.
Sei velata, a volte sei invelata. Ti sveli e ti riveli, ondeggi coi tuoi veli, ma dentro i miei pensieri veleggi più di ieri.