Non ho ancora capito; forse non capirò mai. Oppure non c’è niente da capire. Quante cose succedono senza capirne il motivo? Così, improvvisamente, accadono. Ti passano sopra e, mentre ti volti per capire cos’è stato, t’hanno già attraversato completamente; lasciando tracce profonde lungo il percorso. Come i solchi di un carro nel fango indurito dal sole. Come i segni di una frenata brusca sull’asfalto. Come…
Poi ci ragioni, cerchi di capire dove hai sbagliato, ponendoti delle domande che restano orfane di risposta. Domande che rimbalzano contro un muro di incertezze che ti rintronano dentro con più forza. Nel frattempo un album di immagini ti sommerge la mente e un vocabolario di domande ti rimbomba nella testa. Infine, mentre ci pensi invecchi e mentre invecchi ti buchi il cervello scavandoti dentro in ogni momento. Ti infili il casco accendi la torcia sulla fronte – che al massimo t’illumina il naso – e inizi a scavare. E scavi, finché non ti cade la volta addosso, finché detriti di domande non ti sommergeranno. Scavi…